Spesso ci chiedono come nascono le nostre sedute e quali sono i valori che stanno alla base della nostra azienda. Quando rispondiamo che siamo una realtà italiana storica, che ha scelto di non delocalizzare e di continuare a produrre in Italia, spesso il nostro interlocutore ci guarda con aria stupita. Oggi vogliamo spiegare perché continuiamo a credere che il Made in Italy sia un valore che debba essere difeso.
Gli inizi di Sem
Partiamo dalle nostre origini. Il brand Sem nasce come costola di Milani, azienda che sin dal 1975 si occupa della creazione di sedute operative e non solo. L’obiettivo del neonato brand è quello di soddisfare le esigenze di un mercato in continua evoluzione e sempre più complesso, con dei prodotti funzionali, di qualità, ergonomici, innovativi e non da ultimi sostenibili.
Da un lato volevamo proseguire con la nostra attività consolidata, ovvero la creazione di sedute dalla forte tradizione italiana; dall’altro volevamo un prodotto più semplice, adatto anche ad un pubblico molto giovane, amante del design e al contempo consapevole dell’importanza della qualità e del suo impatto sul benessere dell’uomo.
I valori che contraddistinguono le sedute Sem
Le nostre sedie, forti dell’esperienza maturata con Milani, vengono quindi progettate per garantire comfort e benessere alla persona, oltre che un’adeguata ergonomia aderente alle normative europee, e in alcuni casi anche a quelle americane.
Proponiamo quindi sei diverse linee di sedute firmate Sem, semplici ma funzionali che ben si adattano a diversi contesti di utilizzo. In primo luogo c’è l’ambiente d’ufficio, seguono poi i contesti di condivisione degli spazi come le sale d’aspetto e l’hotellerie, per finire con l’ambiente domestico. All’interno del catalogo Sem trovate quindi le sedute da ufficio, le sedute manageriali, le sedute operative, la linea visitor (dedicata alle sale d’attesa), gli Stools (o sgabelli), Benches (le panchine) e Sofas (i divani).
Tutti i nostri prodotti sono il frutto di numerose ricerche, sia all’insegna del design funzionale e dall’elevato apporto estetico, sia dal punto di vista della sostenibilità. Non a caso, plastiche, tessuti, pellami e rivestimenti sono sottoposti a rigidi test che li identificano come prodotti di qualità, sostenibili e adatti quindi a un pubblico esigente.
Così è nato Sem, inizialmente un progetto pilota che ci ha messi di fronte a una grande sfida, ma che poi ci ha spinto a credere ancora una volta nelle possibilità del design Made in Italy.
L’evoluzione di Sem
Quando moltissime aziende del nostro settore stavano già delocalizzando in paesi che presentavano condizioni economiche più favorevoli allo sviluppo del business, noi abbiamo scelto di differenziarci e di continuare a giocare questa partita in casa. Sì perché non è che proprio di un gioco si tratti in effetti. Qualità, comfort, design e ricercatezza sono sempre stati i nostri valori, allo stesso tempo sono i principi cardine su cui si fonda il concetto di Made in Italy.
Fra le ragioni per cui molte aziende, non solo di grandi e medie dimensioni, delocalizzano c’è soprattutto la riduzione del costo del lavoro e la riduzione del costo d’impresa. Si tratta spesso di condizioni molto appetibili per gli imprenditori che vedono così i costi ridursi e i guadagni aumentare a scapito della qualità del prodotto.
Covid-19 ci ha insegnato molto anche per quanto riguarda questo aspetto. Ci ha infatti mostrato quanto sia importante produrre in Italia, accorciare i tempi di consegna, avere il controllo del prodotto, essere indipendenti da fattori esterni di mercato e molto altro.
La nostra scelta si conferma oggi ancor più giusta: preservare il Made in Italy (quello vero) significa difendere le imprese italiane.
L’Italia ha infatti una tradizione legata al design di lunghissima storia e valorizzare questo aspetto significa in primo luogo preservarlo, difenderlo e incentivarlo. La qualità dei prodotti italiani si tocca con mano, i tessuti, le finiture, la cura dei dettagli, sono aspetti che non passano mai in secondo piano nel nostro settore e in questo valore noi vogliamo continuare a credere.
Chewing the rag